Per anni, ormai, ho usato il browser russo Yandex.
Provato una volta come li si prova tutti. Heck, persino Vivaldi ho provato. Li si usa per un po’, all’inizio sembrano tutti migliori di quello che si usava prima, poi di solito si fa marcia indietro.
Con Yandex non è successo.
Mi incuriosiva che un browser fatto così bene, curato in dettagli ad altri mai nemmeno venuti in mente, venisse dalla Russia.
La Russia, notoriamente, la corsa dell’hi-tech l’ha persa.
Forse l'eredità sovietica è stato un carico troppo penalizzante, ma certo non gli mancavano cervelli né capacità di visione – ricordiamo che uno dei due fondatori di Google è Sergej Michajlovič Brin.
La Russia è passata dalla cappa sovietica a un’altra cappa alla fine altrettanto soffocante, quella di Putin. Che i denari li ha fatti fluire a fiumi solo dove era possibile controllarli, nelle mani dei suoi oligarchi.
Il CEO di Yandex, un riccone ma non un oligarca.
Il nome Yandex, non è russo. È un mezzo acronimo: yet another index. Sounds russian? Non lo so, ho dovuto googlare per sapere che era un acronimo.
È praticamente la Google russa. Dico la Google perché è molto oltre il motore di ricerca, è una compagnia a tutto tondo che fa mappe, servizi, software, tutto tarato sul mercato russo. Il servizio di posta, o meglio la web app, ha qualche immagine (ads) in cirillico facilmente purgabile, ed è straordinaria per cura. A livelli quasi Gmail. L'ho provata, non la uso. A chi dai un indirizzo di posta @yandex.com? Oggi poi. Prima facevi ridere, oggi faresti paura.
In un certo senso, curiosare con questi servizi sembrava darmi un’immagine della Russia (la cui cultura io amo) fuori dai luoghi comuni, e mi piaceva perché moderna, perché uguale a noi, amichevole, approcciabile.
Si dirà: perché usano sta roba e non Google? Perché la Russia ha comunque una sua specificità, e Google (le mappe, i servizi) forse non la coglie. O forse semplicemente perché per patriottismo (sempre un ambito scivoloso) preferiscono prodotti homebrew. Sicuramente un po' e un po’. Ma probabilmente anche perché è più controllabile. Prendiamo Anonymous, che sta facendo la sua battaglia contro Putin: sta invitando la gente a usare le review di Google sulle attività commerciali per informare in Russia delle oscenità che il loro presidente sta perpretando in Ucraina. E Putin non può farci niente. Almeno non oggi 2 marzo. Tra qualche giorno non credo Google sarà più accessibile in Russia. Yandex è il backup.
Il 24 febbraio, giorno dell'invasione dell’Ucraina da parte della Russia, lo sconvolgiento nella mia testa è stato tale che ho deciso che anche io dovevo dare la mia personale sanzione alla Russia di Putin abbandonando il browser russo. E l'ho fatto. Ed è una scocciatura continua usare altro.
Ieri, assorbito lo shock, con le acque un po' più calme (solo nella mia testa), e con la scocciatura sempre più alta (non so se era pigrizia, ma davvero non mi trovo con nessun browser bene come mi trovavo con Yandex), una domanda ha cominciato a farsi strada: ma Yandex è di Putin? In Russia tutto è di Putin. Ma un attimo. Anche Telegram è russa. E il CEO è un anti-putiniano. Una risposta chiara non è facile darsela, forse occorrerebbe qualcosa di più impegnativo di una ricerchina in rete. Di sicuro le mani su Yandex Putin ce le mette. Non so se ce le ha, ma ce le mette. Ho scoperto che Yandex entrò nel mirino del Cremlino alle ultime elezioni perché, semplicemente, se ci andavi a cercare "smart voting" il motore di ricerca restituiva materiale favorevole a Navalnj, che Putin ha messo in carcere dopo aver provato ad assassinarlo. Venne intimato a Yandex di non restituire più quel tipo di risulati perché “smart voting" come espressione era stata “sequestrata” dal Cremlino. Era diventata proprietà loro. Quindi non poteva riportare più a Navalnj. Yandex, come compagnia, si è opposta in tribunale. Ma non è chiaro come sia finita. Davvero occorre dedicarci tempo che non ho voglia di dedicarci. Fatto sta che molte cose finiscono in una specie di porto delle nebbie e da lì l’orientamento diventa difficoltoso. Non riesci a rispondere a una domanda che ti fai, anzi sembra che certe domande vengano eluse. Beh, se non riesci a risponderti, è già abbastanza per poter tirare delle conclusioni.
Può essere che smettere di usare questo browser russo sia una stronzata come annullare un corso su Dostoevskij alla Bicocca. Cose che alla fine aiutano Putin.
Ma se Paolo Nori non è tenuto in mano da Putin, lo stesso non si riesce a dire di Yandex. Non perché lo vogliano a Yandex.
Il dubbio è abbastanza atroce da togliermi la serenità di usarlo.
E questo è tutto.
Un browser che mi piace tanto. Di cui avrei sempre voluto scrivere perché mi piacesse. Con mille screenshot per mostare com'era bello e comodo. Non l'ho mai fatto non tanto per pigrizia quanto per questo dubbio di fondo.
Usiamo terminali cinesi, le telecamere di sorveglianza nella nostre città sono cinesi, il 5G è in mano a Huawei. Certamente sono un rischio strategico più serio di una pincopalla che usa Yandex. Ma la Cina non ha portato l'oltraggio di una guerra di aggressione a un paese fratello (Hong-Kong non è stata bombardata, Taiwan nemmeno, non ancora). La Russia ha gettato nell'orrore un nostro vicino che vorrei scoprissimo fratello, una terra già piena di dolore che ha portato vicino a tanti di noi i suoi figli e le sue figlie. Con le loro storie e la loro meravigliosa cultura e le loro meravigliose lingue (molti, di lingua ne hanno una ed è il russo! Shevchenko, campione fieramente ucraino, parla russo).
La Cina non ha mai sventolato l’oscenità di una minaccia nucleare.
Non avrei mai pensato di aver un giorno dovuto parlare così a proposito di un browser russo. Avrei pensato che non ne avrei mai parlato perché un software come un altro che poteva piacere a me e che per i più potesse essere una cosa un po' ‘o famo strano e basta. In fondo lo è.
Se un giorno quest’orrore finirà e se la Russia si sarà lavata da faccia questa vergogna, allora dirò perché mi piaceva tanto. In quali dettagli si brucia i browser alternativi. Quanto è pensato e realizzato bene. Quanto chi lo ha progettato aveva chiara in testa l'importanza di avere un ponte di comunicazione tra le culture. Perché in Yandex era facile tradurre anche il testo in un'immagine. Una cosa che sembrava parlare di un desiderio represso del popolo russo di parlare col mondo. Come è sempre stato, anche ai tempi dell’URSS.
Oggi è un giorno che non riesco proprio a intravedere, nemmeno a immaginare.