Un pinnacolo della creazione.
"Fiat MacBook Air", disse un giorno Steve Jobs.
E Jony Ive accorse e si mise all'opera diretto dalla mano del Padre.
Sì, perché Ive è stato da bomb fino a quando ad accompagnarlo e spronarlo (e punirlo, come è bello immaginarlo!) c'era Steve Padre Onnipotente.
Chi se non lui poteva avere un'idea così ardita? Oltre la sfida, una provocazione.
Non per Apple. Ciò che per altri era provocazione per Apple era stimolo irrinunciabile.
Togliamo il superdrive. È il 2008, Dropbox c'è già da un anno.
Assottigliamo, veramente, togliamo il superfluo. Mica amputarlo come fanno oggi. No, semplicemente liberarlo da ciò che era di peso e di intralcio all'uso.
Un po' come Michelangelo che scalpella via tutto il marmo fino a rivelarne la forma. La forma che è già dentro.
Rendiamolo essenziale, ma essenziale nel senso nobile del termine. Che non significa affatto basilare. Significa che non ne puoi fare a meno. Tutto il contrario di una cosa ridotta ai livelli minimi di sussistenza informatica.
Il MacBook Air fu una liberazione dalle catene dei chilogrammi e delle ventole.
Wikipedia lo definisce subnotebook.
Il volgo all'inizio lo equiparava agli incapaci netbook.
Per qualche tempo lo hanno chiamato ultrabook.
Non era niente di questo.
Il MacBook Air ha portato a compimento l'evoluzione del portatile.
In inglese non si usa un termine che indichi questo aspetto essenziale dell'oggetto in questione. Si dice "notebook", immaginando questo genere di computer come quaderno dei nostri tempi. Mi piace, ha in sé l'idea della portabilità. Il MacBook Air è stato il primo computer ad essere veramente quaderno, in un mare di laptop. Un oggetto sempre a portata di mano, buono per farci tutto, ovunque. Infilabile senza troppi ragionamenti su spazio e peso in una borsa qualsiasi. Non più una borsa "per computer". Una borsa qualsiasi. Una bustina, grande un A4. We're talkin' thin here:
Conferenza Macworld del 15 Gennaio 2008. Che stregone.
Quella convention-expo non si tiene più dal 2014.
Io comprai un Air nel 2013. Nei 5 anni di mezzo ebbi due MacBook bianchi, più abbordabili e ugualmente servizievoli. Il salto fu enorme.
All'inizio i MacBook Air costavano molto di più e performavano di meno rispetto al MacBook. Erano una luxury. Gli hipster erano al di là da venire ma chi voleva fare la figura del fighetto col MacBook Air la faceva. Se come priorità avevi più resa, meno spesa Apple aveva i MacBook di policarbonato. Muli da fatica pure quelli.
Entrambi li consumai nel senso fisico del termine: il policarbonato, volgarmente la plastica, si consumò agli angoli e si bucò! Il primo continuò a funzionare senza problemi ed è ancora vivo. Il secondo si frisse (scheda logica, come tutti i portatili Mac). Ma morì usurato. Quando un Mac ti abbandona così ne hai comunque un senso di soddisfazione, di soldi ben spesi.
Il mio MacBook Air del 2013, pagato meno dei MacBook bianchi di cui sopra, è usato ancora. Da oggetto deluxe degli esordi era ormai diventato MacBook da battaglia.
È uguale al primo giorno.
Qualche graffietto se lo guardi con la lente d'ingrandimento alla Sherlock Holmes. Le due prese USB ancora saldissime. Non posso dire lo stesso di quelle del mio MacBook Pro, sottoposte quotidianamente allo stress dei dongle e non solo: l'USB-C come connettore è rigido e non assorbe affatto bene gli stress continui cui è sottoposto pure quando sta fermo, quei piccoli movimenti inevitabili e il peso stesso del cavo se sta sul bordo di un tavolo. Risultato: presa USB-C già sfondata e cavo già usurato. 👏🏻
Un design (in senso anche progettuale) già problematico a distanza di un misero anno dal debutto. Tralasciamo il discorso tastiera.
Il MacBook Air dopo dieci anni resta ancora lì inarrivato.
Guardiamolo:
Questa pulizia di linee.
Il taglio preciso di ogni presa e il posizionamento tutto centrato su una linea mediana immaginaria. Non uno più sopra, uno più sotto.
Il jack dove deve stare, ovvero a sinistra! Non a destra come oggi.
Una cura per i dettagli che da solo l'amore. Perché l'amore predispone allo studio (dei problemi) e alla pazienza (delle soluzioni).
Tanto per fare un confronto ecco la cosa più gross che s'è vista negli ultimi tempi, e si tratta di uno dei design meglio riusciti degli ultimi anni, il Galaxy S8:
Tutto disallineato, tanto è sotto, non si vede!
Che senso ha paragonare un portatile a un telefono? Un confronto con i migliori portatili del momento ha ancora meno senso. È sui telefoni che i designer si spremono le meningi, sui portatili oggi il più fico sta messo così:
Tutto disallineato, il monitor appoggiato come coperchio con tanto spazio per la polvere. Che ce frega. Il primo disegno passabile è andato bene. Zero ricerca. Zero amore. Grezzo, ed è uno dei migliori in circolazione. Un altro è forse il Razer Blade, un clone spudorato del MacBook nero. Quindi bello! Ma ha un logo così ributtante che gli vale da solo l'omissione di un'immagine o di un link.
Il MacBook Air lo ha superato in estetica solo il MacBook 12 attuale, il vero erede del primo MacBook Air costoso e fighetto, che però paga quello che guadagna in bellezza in perdita di performance e di comodità: una sola presa USB-C, una tastiera atroce. Già questo fa un abisso tra i due portatili. Un portatilino bellino assai il 12'', ma più da sfoggio, molto meno quaderno.
A fa' l'oggettino bello so' boni tutti, a farlo funzionale ci riusciva solo Apple.
Per sentire superato il MacBook Air bisogna accenderlo e contemplare l'osceno display con risoluzione dell'anteguerra. Osceno oggi, osceno perché è ancora venduto così.
Ma se vuoi un retina c'è il 12''.
Se vuoi più potenza (teorica) c'è il 13'' Pro base.
In realtà quel posto che è stato del MacBook Air per molti anni oggi è vuoto.
Sì, è ancora lì sull'Apple Store. Abbandonato e obsoleto, ma ancora il Mac più accessibile per una fetta di pubblico che di più non può spendere e che Apple disprezza tantissimo. Il MacBook bianco di una volta non era un portatile obsoleto venduto al prezzo di un notebook PC di ben altra rispettabilità quanto a onestà del rapporto prezzo/valore.
C'è da sperare che nel corso del 2018 Apple reimmagini un MacBook Air, qualcosa che sia una via di mezzo tra il 13 di base e il 12. Forse più un'evoluzione di quest'ultimo verso il Pro che un (ulteriore) abbassamento del Pro (il modello base non è affatto Pro) verso un'ipotetico nuovo Air come è successo nel 2016.
Cosa mi manca di quel portatile?
Più di tutto?
La forma affusolata, spiovente.
Poi la leggerezza e le linee in generale. Il MacBook Pro di oggi ha qualche area molto spigolosa, affilata. Sull'Air ovunque mettessi le mani, comunque lo maneggiassi, non avvertivi mai una spigolosità. Oggi è una delle cose, e la meno grave sicuramente, con cui devi venire a patti col portatile. Il MacBook Pro richiede un continuo adattarsi ai suoi dettami, ovvero agli errori di Ive. Ha molto a fare da contrappeso a questi difetti (basterebbe il monitor da solo), ma non glieli perdono.
Perdonerò Apple quando non mi farà rimpiangere più un computer francamente inferiore come l'Air.
Apple contro Apple.