Nota:
questo post è stato scritto prima dell'uscita di iPhone 13, che ha una modalità macro apposita, e prima del conseguente impazzimento improvviso per le macro. Che ha portato Halide a sfornare in 15 giorni una sua modalità macro "neurale".
Bene, quanto scritto sotto resta valido. Non cambia niente. La macro di iPhone con o senza Halide fanno ancora abbastanza ca... Credo che le lenti di cui parlo e di cui posto i sample qui di seguito siano ancora un pelino più performanti e duttili. Fanno ca.. meno insomma.
Thank you.
Tre motivi per cui la fotografia macro non acchiappa tantissimo: richiede molta calma e pazienza, richiede un’attrezzatura molto costosa, ha soggetti molto noiosi.
Tre motivi per cui mi piace: impone di trovare calma e pazienza (o di approfittare delle rare congiunzioni astrali in cui si presentano), cambia moltissimo lo sguardo e in un modo del tutto peculiare, richiede amore per la natura e le creature che vivono nascoste («la natura ama nascondersi», Eraclito).
Insetti, fiori, steli – i soggetti noiosi – che fanno rivivere un po' l’incanto dell’Ape Maia. Com'è vivere su un fiore? Per ottenere una macro si deve camminare con l’occhio su una corolla come fosse un paesaggio sconfinato. Mettersi up close and personal con un grillo può non essere entusiasmante per tutti, ma è d’aiuto per vincere la repulsione per gli insetti. Poco alla volta il mio sguardo cambia e se riesco a guardare un ragnetto in un qualche paio d’occhi, il ribrezzo indietreggia e fa spazio alla compassione (nel senso buddista).
Mi è venuta quindi la curiosità di vedere cosa sia possibile ottenere con un’attrezzatura di fortuna: un iPhone (X, nel mio caso) e una lente aggiuntiva. Per quanto mi affascini per me resta un’attività occasionale e non prevedo di (poter) dedicarmi a photo walk specifici per andare a fare macro nella natura. Il set-up mobile consente di sfruttare le occasioni quando si presentano senza programmarle.
Partiamo dal fatto che le fotocamere di un iPhone sono piuttosto performanti e ce le abbiamo sempre a portata di mano, e questo è un vantaggio su qualsiasi altra fotocamera sempre. Hanno però degli ovvi limiti fisici che gli impediscono di scendere giù giù dove arriverebbe non solo un obiettivo macro da 1000€ montato su un corpo macchina da 2000€, ma anche una discreta point&shoot. Una DSLR/mirroless con classico obiettivo 18-55mm all purpose non è che dia performance di molto superiori, anzi.
Quindi, senza voler paragonare apples and oranges, cosa c’è di buono sul mercato (leggi Amazon)?
Purtroppo molto poco.
Lenti di qualità ne fanno (o facevano) solo due produttori, Moment e Olloclip.
Moment vende solo in USA. Olloclip pare sostanzialmente fallita perché gran parte del catalogo è “al momento non disponibile” e il grosso di quello che ha prodotto era specifico per iPhone vecchio tipo, quindi fino a 8. Le macro devono appassionare veramente poco, e io arrivo tardi.
Quello che si trova è per lo più roba cinese a costi molto ridotti. E la qualità? Così così, in linea col prezzo. Per una doppia lente di produzione indiana 12-24x, marca Apexel, ho pagato la bellezza di 20€, contro i 130$ di una 10x Moment (Olloclip non ne ha).
Lunghezza focale 20~25mm, apertura 28-2.4 f.
Com’è?
A 24x estremamente difficile da usare perché la scena è sempre in movimento anche se solo respiri. Si nota in effetti la mancanza di una tecnologia come la VR (Vibration Reduction) di Nikon (risata di Homer in sottofondo). Inoltre a questo ingrandimento gli angoli presentano una vignettatura più che suggestiva direi proprio brutta, eliminabile portando lo zoom a 1.2, il che rende la manovrabilità ancora più problematica. Certo, se – se – azzecchi il focus riesci a cogliere il soggetto a distanza di anche 1-2mm (con una fotocamera e una lente macro vera hai il lusso di poter rimanere a distanze molto superiori) ed è suggestivo, anche nella pochezza fotografica consentita dall’apparato. Con un cavalletto sarebbe tutto più sotto controllo, ma viene meno il discorso di attrezzarsi col minimo possibile per non avere ingombri. Un cavalletto poi, buono solo per le nature morte. Il bello è dare la caccia a soggetti vivi nel loro ambiente.
A 12x molto più stabile, non arriva in quei dettagli profondi ma è senz’altro più usabile.
Risultati?
Sicuramente foto impossibili da ottenere con le sole camere dell’iPhone anche croppando ex post. Nessuna viene fuori perfetta, ma qualcuna passabile, se si ha pazienza e fortuna, ci esce. Magari da aggiustare un po’ in post, col rischio sempre dietro l’angolo di renderla ancora più dozzinale. Attenzione però, la post-produzione è indispensabile anche se si usa un'attrezzatura pro perché il focus, a quelle dimensioni, resta difficilissimo e allora l'immagine va ricomposta, spesso, sfruttando due o più scatti con messe a fuoco diverse (focus stacking), a mano o in automatico in Photoshop.
Qui invece si ottiene robetta per lo più adatta a un uso social (difficile che la macro di un insetto riscuoti interesse), specialmente a vocazione mobile come IG. Non che si aspiri a un’esposizione al museo delle arti fotografiche, personalmente mi accontento se ne esce una buona da piazzare come wallpaper. Il telefono maschera molti difetti, che è probabilmente la ragion d'essere di queste lenti.
La cosa che invece viene fuori più spesso guardando queste foto da desktop è che la composizione è quasi sempre irrecuperabile con un crop. Da telefono, all’aria aperta, col sole che acceca, inquadri un po’ come ti viene, in maniera euristica. Sicuramente quando hai inquadrato e scattato non era tutto così in disordine e fuori posto come poi appare. Fallisce praticamente sempre anche il tentativo di supplire di sharpening a messe a fuoco mezze fallite. Cosa non limitata all’ambito macro ovviamente, ma qui è un tentativo proprio inutile.
Qualche foto esce bella abbastanza da farti rimpiangere di non avere ottiche migliori. Sai che capolavori.
Per un gioco agostano, va bene.
Infine sull’utilizzo di app terze per scattare. In questo contesto non hanno gran utilità. Ho usato qua e là la camera di Lightroom con i controlli manuali, ma non fa molta differenza. A quella scala, un’impostazione perde di utilità nel giro di un secondo. Considerato che ci stai un sacco di tempo a tentare tutte le variabili tra parametri e lenti, non ne vale la pena. Automatico e via, con al massimo qualche tentativo di controllo sulla messa a fuoco. Sperando che il vento non aliti proprio mentre ti sposti col dito sul bottone di scatto.
Qualche foto di esempio.




