Ho un Apple Watch da 6 mesi, e ho maturato qualche considerazione.
Preso perché... boh, non ne ero particolarmente attratta (incuriosita sì, ovvio), ma forse in questi ormai due anni di pandemia per tirarci su ci allarghiamo un po' con le spese e compriamo un po' così, per consolazione, per gratificazione (lucky us). Roba che in fondo neanche vogliamo.
Se però dovessi applicare a AW il principio marikondiano del does it spark joy?, dovrei buttarlo via. No joy. Non ditemi che vi comprate un coso Apple che non sia di mera utilitarietà (un cavo, la batteria MagSafe appena uscita) senza un minimo di aspettativa di gioia infantile!
E insomma, alla fine l'ho preso, senza realmente volerlo, solo per pura FOMO. Forse non un buon viatico? Non lo so! So che con questo aggeggio non ho un rapporto rilassato.
Se iPhone era «an iPod, a phone, an internet communicator!», Apple Watch cos'è? Un accessorio, un'appendice dell'iPhone, un infermiere/allenatore (dipende dalla forma). Per certi versi è più rivoluzionario di iPhone perché più atipico di quanto lo era l'iPhone originario per Apple nel 2007 (allora Apple Computers). All'epoca Apple invadeva e rivoluzionava il campo delle telecomunicazioni, oggi entra – ma credo con impatto minore perché AW non è venduto in milionate come l'iPhone – in quello della moda (più o meno) e del sanitario, e non solo sport oriented. E qui direi veramente ...and boom. Sì, se non altro per gli USA (dove hanno fatto accordi con grosse cliniche tipo Mayo, quelle per ricchi), direi che si può parlare proprio di sanitario, forse più nel senso di medical in inglese che in quello di sanità per come è intesa da noi (fortunatamente). Sto coso fa un elettrocardiogramma (con un solo tracciato a differenza dei tre di quello del cardiologo, ma attendibile), rileva aritmie, rileva cadute. Buono per l'atleta, buono per il nonno. Buono per chiunque in between.
Quindi credo che AW vada valutato sotto questi tre aspetti: accessorio («un oggetto decorativo e spesso anche funzionale», Wikipedia), appendice di iPhone, e tracker.
Tre aspetti dai confini sfumati, non sai esattamente dove comincia l'uno e finisce l'altro, sotto quale ambito rientra una feature o una funzione. Ad esempio le watch face, che possono fare di AW un quasi orologio normale (con giusto le lancette), o un computer al tuo polso (io lo preferisco computer: show me the data!). Ma è proprio questo che rende Apple Watch quello che è e che i prodotti per Android non sono: tecnologia raffinatissima racchiusa in un dispositivo piccolissimo e aggraziato (per quanto si nota al polso, un AW non grida per farsi notare).
Però piuttosto invasivo e invadente.
Perché a volte più la tecnologia è raffinata e potente, più è problematica, o "problematica". Se l'iPhone era, per bocca di Craig Federighi, l'oggetto più intimo che possedessimo, Apple Watch cos'è? Sto coso che ti sta attaccato alla pelle tutto il giorno. Da cui non ti separi mai. E non separarsi da lui significa non separarsi da tanti tarli mentali.
I'll explain.
Come accessorio
Non mi attraeva particolarmente Apple Watch perché, per quanto lo trovi come dicevo appena sopra aggraziato per quello che è e quello che fa, come puro accessorio lo trovo inindossabile, inabbinabile, pataccone, ingombrante, scomodo da portare. Eppure: non sto dicendo che sia brutto, non lo è, o che non mi piace. Mi piace moltissimo. Però veramente, non sta bene con niente. Il giorno che ci vestiremo tutti come in Star Trek (un sogno!), Apple Watch sarà un accessorio organico al resto del nostro vestiario. Oggi lo è molto poco. Inoltre, di mio, io non tollero niente che mi pesi al polso. Una fitness band sì (ero utente Fitbit pienamente soddisfatta), uno smartwatch tipico no. AW è lo smartwatch più avanzato sul mercato, il più venduto, sicuramente non il più tipico (che è tondo, spesso, enorme, assai meno smart). È parecchio più portabile e discreto. Un pataccone di altra marca non lo potrei proprio prendere in considerazione. Brutti proprio. E solitamente per renderlo più digeribile a un pubblico femminile il pataccone viene immerso in oro e glitterato. Buono per Moira Orfei, non per me.
Di Apple Watch mi piace sopra ogni cosa il fatto che sia assolutamente gender neutral e che abbia un disegno di un'essenzialità zen. Non un solo elemento è di più. Apparte il cerchio rosso della crown wheel sui modelli con connettività integrata. 'Na cafonata™.
Diciamo che alla prova dei fatti, almeno su questo versante, Apple Watch è meno peggio di quello che pensavo. Con un cinturino di nylon, lo sport loop, si alleggerisce parecchio (a scapito dell'estetica), e il 40mm non è particolarmene pesante, ma per i miei gusti resta ingombrante. E inindossabile. Sta bene solo se ti vesti sporty o di un minimalismo giapponese o di una via di mezzo tra i due alla Steve Jobs. Almeno il mio, che è quello proletario di alluminio matte black, il più understated, il più neutro. Pure il meno caro. Quello argento, quello oro, sicuramente con certi outfit si incastrano meglio, ma nella maggior parte dei casi restano assolutamente fuori contesto. Sì, si prestano meglio a essere combinati con cinturini di vario stile ma resteranno sempre uno sputo in occhio, anche se metti un cinturino in pelle con fibbia dorata e il tuo Watch è dorato cozzerà sempre col tuo abbigliamento e i tuoi accessori.
La sua natura digitale è incamuffabile. Si camuffano meglio quelli degli altri, ma è la cifra del loro fallimento: essere uno scimmiottamento sia di AW che di un orologio analogico.
Insomma il primo grande problema che ti pone un Apple Watch è: come lo indosso? Quest'anno per la prima volta ho guardato la WWDC di giugno con un occhio particolare agli Apple Watch indossati dai vari... presentatori? Speaker? Ormai è uno show (I like it!), non so come chiamarli. Beh, la presenza di AW è sempre molto discreta, e il più delle volte è semi-coperto da una manica di camicia o pullover o vestito. L'unica che veramente li sparava ed esibiva, quando all'inizio andavano un po' spinti, era Boz (Bozoma Saint John, ormai fuori da Apple). Ma lei è esuberante di suo. Se una (o uno!) si agghinda come un albero di Natale allora AW non è più un problema, sparisce nel caos di ninnoli.
Io invece lo porto meglio in inverno perché non si vede tanto. Anzi sta persino bene con certi outfit, con quei capi di tessuti tecnici (buoni per l'outdoor ma anche per il divano) che stanno bene stilisticamente con un aggeggio che è pur sempre prima tech che fashion. Però AW sta bene pure sotto un maglioncino semplice. Ma adesso in estate, per esempio, un AW nero, con un vestito di lino bianco: ananas sulla pizza, pugno in occhio. Col nero opaco, incredibilmente, non sta veramente bene nessun cinturino che non sia altrettanto nero (pure grigio scuro sta male). Fanno a botte anche i materiali, l'alluminio (opaco) sta bene solo col silicone (opaco). Col nylon così così, dipende dai colori. Se dovessi comprarlo oggi forse valuterei la versione silver anziché space grey, ma perderei il mio abbinamento preferito che resta black on black. Total black!
Coi cinturini, in definitiva, si spippola alla grande.
Quello che uso di più è uno sport loop nero con qualche riflesso più chiaro nella maglia. Per non essere proprio funebre (ecco, a Morticia il mio Apple Watch starebbe da favola). Se sto particolarmente di buon umore, sport loop arancione o giallo. Ne avrò un'altra quindicina comprati (per fortuna dai cinesi) e ripudiati appena li ho provati al polso. I cinturini in silicone sono quelli che creano la combinazione migliore, non c'è stacco tra Watch e cinturino, si crea un continuo di forme e curve che trovo molto bello, specialmente se tinta su tinta, quindi, again, black on black: vai regia con gli ACϟDC! Ma sono rigidi, pesanti (io sento anche il grammo). Li uso ogni tanto per cercare di azzeccare un abbinamento. Che generalmente non azzecco, resto sempre perplessa.
Ammetto che questa tragedia colpisce più le donne che gli uomini, che possono indossare AW senza troppi patemi d'animo.

E come accessorio è tutto!
Anzi no.
L'Apple Watch di notte. E HRM (take I).
Discorso che si connette strettamente a quello sull'Apple Watch come tracker. Ed è forse la zona dove i confini più sfumano, dove l'accessorio esprime una funzione che però dipende vitalmente dal suo essere usato come accessorio, dalla sua portabilità.
Bene, io portavo tranquillamente il Fitbit Charge di notte, non facevo quasi caso al fatto che fosse lì al polso. Dava fastidio solo quando sparava la luce per una girata del polso interpretata male. Ma lo fa anche Apple Watch se non lo metti in night mode.
A differenza del Fitbit, AW lo sento e mi da fastidio. Poi ho sempre detto a mio marito che non sopporto il suo orologio a letto, ora lui dovrebbe sopportare il mio (che comunque ha forme gentili)? Se non lo sopporto nemmeno io? Insomma, ammenoché dopo le abluzioni serali io non mi metta a fare qualcosa (quasi mai, la sera crollo), nel qual caso re-indosso l'AW, generalmente la sera me lo tolgo, lo metto in carica e lo riprendo al mattino (anche se lui si ricarica in pochissimo, almeno questo). Tanto ormai ho i ritmi circadiani delle galline: m'addormento presto e mi sveglio presto. Però dopo mi riaddormento, e il Watch spesso non me lo tolgo. Insomma, così. Strana io, strano tu. Poi, certo, un oggetto del genere è totalmente anti-erotico, però ecco se la vita sessuale di una coppia è un po' ammosciata non possiamo dire che è colpa di Apple Watch.
In ogni caso, col Fitbit è molto più fun. Innanzitutto perché lo tieni sempre, giorno e notte (una ricarica a settimana: that's the way!), quindi registra veramente tutto, e poi perché sul monitoraggio della frequenza cardiaca il software di Fitbit è davvero superiore in tutto a quello di Apple. E offre insights che con Apple Watch non è immediato ricavarsi. Sicuramente non c'è paragone con i sensori, molto più fini in Apple, ma i grafici relativi all'andamento giornaliero prodotti dall'app Health (o Heart su AW) sono una cosa da mal di testa, anche graficamente brutti. Astrusi, contorti, indecifrabili al volo. Una nuvola puntiforme (ma una linea che sale e scende pareva brutta?) come un orbitale atomico, solo più complicato, dove se decifri una misura (puntino) non puoi decifrare il momento preciso in cui è stata presa (principio di indeterminazione di Cook), perché incolonnato su altri puntini (superposition!). Poi ti rassegni al fatto che sono stati pensati da una mente malata e li decifri, grosso modo. Per capirli veramente devi risolvere l'equazione di Schrödinger.

Invece quelli di Fitbit li LEGGI. Capito la differenza? I grafici di Fitbit ti creano un tracciato di tutte e 24 ore, chiaro, lineare nel suo salire e scendere. I picchi evidentissimi. Un picco a 120-140 (a salire!) a mezzanotte cosa può essere? Il tutto riportato in modo chiaro giorno dopo giorno così che hai anche il colpo d'occhio sulla settimana (quante volte l'abbiamo fatto?). Valli, colline, monti. La tua vita sessuale chiara chiara (forse sono questi i dati che interessano a Google, nuova proprietaria di Fitbit? A letto ancora non ci era arrivata!).
Apple Watch è più pudico, anzi è proprio puritano: ti ingarbuglia i dati in modo tale che se vuoi ricavarti un'idea di andamento ti passa la voglia. E poi chi mai vorrebbe ricavarsi i dati delle proprie performance sessuali da un tracker?? Chi mai lo usa per quello?? Fitbit offre i dati nudi e crudi, indipendentemente dall'attività, ma quella lettura licenziosa è facilissima. Non devi fare niente: sta là.
Se Apple decidesse di offrire questo tipo di analisi, metterebbe sicuramente l'attivazione a mano come si fa per un'attività sportiva. Running, cycling, swimming, sex. Una cosa alla Raniero e Fosca. Foooosca??? Sei pronta??? Faccio partire l'Apple Watch??? Non essere tesa, non sentirai assolutamente nulla!
Ho una grande nostalgia del Fitbit. Non escludo di tornarvi. Un'altra cosa in cui eccelle rispetto a AW – a una frazione del prezzo, ricordiamolo – è il monitoraggio del sonno. Un'altra funzione che in Apple avranno affidato a qualcuno affetto da emicrania cronica. Ma di questo parlerò nella parte tracker. Anche qui, come per il monitoraggio h24 della frequenza cardiaca, accessorio e funzione sono inscindibili. Se fallisce l'accessorio, per ergonomia e facilità d'uso non all'altezza, ne risente la funzione. Per me AW di notte sostanzialmente fallisce, come accessorio. Per scomodità al polso (per quanto soggettiva), ma anche per la necessità di toglierlo per caricarlo. Ogni santa sera.
Ogni santa sera lo tolgo, però, e quasi sospiro dal sollievo di non averlo più al polso. Mi tolgo letteralmente un peso. Anche mentale. Adesso siamo io e il mio corpo senza intermediari. Io e te soli, finalmente! 🥂
Come appendice di iPhone
Quello che ha vinto la mia resistenza a AW è stato il fatto che a un certo punto, durante la pandemia, Apple ha annunciato che avrebbe abilitato lo sblocco dell'iPhone tramite Watch.
Dall'annuncio all'implementazione sono passati parecchi mesi, ma quando finalmente è stata attivata allora sono stata veramente contenta di avere un Apple Watch. Insomma, più per disperazione che per soddisfazione.
Problemi inesistenti sul versante Android.
Come iPhone da polso, potremmo non finirla più. Il nocciolo è che è proprio perché dipende da un iPhone che non c'è paragone col versante Android. È comodo, non essenziale, ma schifosamente comodo. Poter fare cose (molte cose) senza avere le mani occupate.
Se devo dire concretamente in che situazioni si apprezza questa comodità, direi innanzitutto la più banale ma anche la più ricorrente: le chiamate. E su questo magari AW e cosi per Android si equivalgono. Almeno metà delle chiamate durano il tempo di poche battute, e se si allungano si tagliano e ci sentiamo dopo. Magari proprio da AW con un paio di AirPods, col telefono che resta in borsa. L'ho usato "a vivavoce" qualche volta anche in pubblico, non caccio certo il telefono per paura di fare la figura della disadattata che parla all'orologio (quando non ho le AirPods Pro, che nel frattempo continuo ad amare). Da dietro una mascherina. Con il resto della faccia coperta dagli occhiali da sole. Oddio, la Stasi. Manca il cappello. Beh, ogni tanto ho anche quello, da baseball.
Che bello spegnere come una cicca una spam call.
In tutte quelle azioni che richiedono engagement immediato, l'efficienza dell'AW è strabiliante (perché sì, come fluidità è imbattibile, non si ingolfa davvero mai). Chiamate, sblocco del Mac (aaah questo sì addictive, io devo inserire una pw, anzi dovevo), sblocco dell'iPhone, autorizzazione a un'immissione automatica della pw admin sul Mac per alcune cose. Funzione quest'ultima non killer ma comoda, comodissima se ci prendi la mano, ma io non l'ho presa e il più delle volte mi imbambolo, sento vibrare l'AW e non capisco cosa vuole, devo leggere la notifichina: vuole solo risparmiarmi di mettere la pw a mano. Ma nel frattempo ci ho perso più tempo.
Poi i pagamenti contactless, specialmente con una carta che abbia una buona app (Hype a mio avviso la migliore, ma non è che ne ho provate a decine).
E i controller sul playback. Sia esso da Music o da Podcast, o anche da YT/AppleTV, a volte comodissimo (ma io quando mi muovo più però!). La musica comunque la controllo quasi sempre da AirPods, il vantaggio con AW è che puoi selezionarti i singoli brani e regolare il volume senza invocare Siri. Poi io di solito metto in shuffle l'intera libreria e gli unici comandi che uso sono skip o repeat. Roba che faccio dall'orecchio con AirPods Pro. Interagire da polso e orecchio, che bei tempi.
Il resto si riduce essenzialmente alle notifiche. E su questo è tanto comodo quanto rompipalle. Ma veramente rompipalle. Perché è efficientissimo. A volte stai quei 5' al sole (a luglio più spesso sub tegmine fagi o altra pianta) a prendere una boccata d'aria a metà mattinata e ti arriva sta vibrazione sul polso che quasi mai, quasi mai, è un messaggio di un qualche significato emozionale come sembra dalle pubblicità. Magari è Amazon, magari è la notifica di un pagamento appena effettuato. Magari è un Wazzapp antipatico. O magari invece è mia figlia che mi manda una foto buffa da dietro l'angolo mentre sta facendo una passeggiatina e a lei, in questi tempi di reclusione, pare chissà cosa. Certo, puoi tenere queste e disabilitare quell'altre. Ma allora che lo porti a fare un Apple Watch? Amazon, notificami tutta. Messages, strapazzami di notifiche.
Per un periodo ho tenuto pure Twitter, che il mio è abbastanza tranquillo, ma poi ho detto no al colesterolo mentale.
Come succursale da polso dell'iPhone credo che AW abbia margini di miglioramento. Per me essenzialmente vorrebbe dire app su Watch che abbiano un po' più interazione, che siano un po' meno statiche.
Generalmente quando si parla di questo si tende a dire che AW per evolversi debba staccarsi da iPhone. Non lo so, io non vedo miglioramento nella divergenza ma nella convergenza. E già adesso i due dispositivi sono similissimi, soprattutto adesso che iOS ha i widget, presenti su AW sin dall'inizio. È stato dunque iPhone a dover convergere verso AW. Potrebbe essere una ca*ata di riflessione, ma a me fa pensare a quando potere occulto ci sia in questo piccolo dispositivo.
Prima dei widget la homescreen di un iPhone era un mare placido che come unico dato mostrava l'ora.
Oggi, con i widget, può diventare un mare in tempesta di dati, dal meteo alle quotazioni di borsa agli impegni della giornata.
Ebbene, questo mare in tempesta di dati su AW è persino più forte. Su iPhone galleggio, anzi governo in sicurezza la navicella della mia mente. Su AW a volte sento di venire sommersa.
È colpa mia, non sono obbligata a farmi inondare di dati. WatchOS offre quadranti del tutto scevri di informazioni che non siano l'ora.
Ma io no, io devo avere il muro di dati. Ho comprato un AW per cosa sennò??
E quindi, le mie watch face, in pratica questo sono:

Un assembramento di dati.
La prima è quella che vedo di più, la uso quando sto a casa e voglio avere a portata di mano i controller delle luci (via Home) e la mia libreria musicale (che tengo lì più per invogliarmi che per uso effettivo). Più il corazón espinado.
La seconda è per le uscite, che potrebbero comprendere la corsa, quindi Workout a portata di mano. Se invece non vado a correre, quello che più mi serve è il telefono. Non invoco mai Siri.
La terza è per quando lo spirito di Margherita Hack si impossessa di me e vado dietro a stelle e pianeti.
Domanda: ma tutto questo carico cognitivo, a fine giornata, si fa sentire o no?
La risposta temo che possa non essere un no.
Filosofia a parte, apps che su Watch abbiano valore perché su Apple Watch non ce ne sono poi tante. Sul mio, nessuna. Dovrei trovare app apposite per testare le possibilità di AW? Beh ci ho anche provato, ma non trovando niente che potesse poi effettivamente entrare nell'orbita del mio normale uso, ho lasciato perdere.
In fondo cosa potrei dire di volere? Non lo so! Mi manca qualcosa ma non so cosa. Uso spesso AW per una cavolata, però, che accennavo sopra, e che a me piace tanto: la notte, quando mi sveglio a orario antelucano ed esco fuori, con AW al polso, seleziono la watch face di sopra, alzo il bracco, oriento l'orologio e tramite Night Sky cerco di dare un nome alle stelle. Ma è tutto troppo piccolo. Starò diventando presbite, ma meglio l'iPhone per questo. Però detesto prendere l'iPhone in mano la mattina presto, mi rovina mentalmente. Su AW per fortuna si è limitati a quelle poche cose, rischio doom scrolling zero. Magari se prendo l'iPhone mi metto a cercare "telescopio" su Amazon e resto lì mezz'ora a buttare via la mia attenzione. Mentre fuori c'è un cielo stellato che aspetta di farsi guardare e scoprire. Punto AW, scopro che quello è Giove e mi dico che era facile, anche a occhio. O che quello è Marte (in questi giorni in realtà con Giove gioca Saturno), pure lui facile. Ma poi becco Altair a cui da sola non sarei mai riuscita a dare un nome. Mi emoziono come una bambina, mi percorre un brivido di meraviglia e quasi piango davanti all'immensità!
Poi mi rimetto a letto, e allora sì prendo l'iPhone e cerco Altair e scopro il Triangolo Estivo, e mi perdo già nei sogni. Mi riaddormento ed è il sonno migliore di tutta la mia notte, il più dolce. Ho Apple Watch al polso e non mi da fastidio più.
Dipende tutto dal nostro stato mentale.
Insomma, se come tracker continuo a preferire Fitbit (che fa bene solo quello, ci ha provato coi pagamenti e ha fallito, coi controller e ha fallito), come gadget tutto fare, in virtù della perfetta integrazione con iPhone (e evidentemente, per quel poco che si intersecano, anche con Mac), Apple Watch resta the champion.
Crolla anche il discorso prezzo. Fitbit è prezzato in maniera onesta, ma anche Apple Watch. Poi è una scelta. Certo è caro. Credo che un trakcer sia sempre utile per la cura di sé, un tuttofare come Apple Watch è una comodità confinante col lusso.
Per quanto spinga a non farti accomodare troppo, a muoverti!
Vediamo dunque che tracker e che motivatore è, Apple Watch.
Ma, uhm: mi accorgo di non aver parlato minimamente di come vada AW con la domotica. Beh, non c'è niente da dire. L'app Home fa schifo e Siri non capisce niente. AW dipende da quelli, discorso finito. È territorio, quello, saldamente presidiato da Alexa.
Come fitness (e non solo) tracker
Ho appena detto che Fitbit, come tracker, per me è meglio di AW perché più immediato, più semplice, più autonomo. Più organico, meno complicato.
Ma anche meno complesso, meno raffinato.
Il problema di Apple Watch è che questa complessità visualmente non sempre viene risolta, e dove i dati ci sono (HRM) i grafici sono troppo complicati da capire (come già spiegato sopra a proposito di "attività notturne ad alta intensità"), mentre dove non ci sono (sul sonno Apple Watch fa misurazioni praticamente irrilevanti) le impostazioni vengono rese inutilmente complicate e i grafici sono di una mediocritas veramente poco aurea.
È un peccato, perché i sensori di Apple sono i migliori sul mercato.
Il software però non gli va dietro. O perché come data visualization è troppo coaotico e dispersivo (HRM) o perché misura ben poco (sonno). La ciccia c'è, ma andrebbe raffinata, è troppo grezza.
Credo che Apple al momento non sia interressata a questo lavoro di rifinitura su AW, ma a fare aggiunte. È arrivato il saturimetro, probabilmente arriverà il glucometro. Interessante, ma già la misura dell'ossigenazione è una funzione troppo grossolana per avere reale utilità, figuriamoci attendibilità. Ma ancora: è colpa del sw e non dei sensori. Il sensore di AW per misurare l'ossigeno nel sangue da risultati meno ballerini e assimilabili a quelli di uno strumento medico semplicemente se viene appoggiato su un dito. Ma dal polso, i risultati saranno così. Tanto per.
Si può fare così con un paramentro importante come la glicemia? Vedremo con cosa se ne usciranno e che appeal avrà, per quale tipo di utente.
Dicevo Apple Watch coach e infermiere. Sta diventando molto infermiere.
Questa cosa può essere bellissima per chi con queste cose ci deve fare i conti tutti i giorni, ma a me creerebbe disagio. Guardo il polso, e mi ricordo di avere una malattia. Ma insomma, se una malattia c'è bisogna gestirla. Apple potrebbe riuscire nel miracolo culturale di rendere una condizione patologica una cosa da gestire né più né meno che come una voce su una to-do list. Ti toglie un carico mentale. E questo sarebbe, credo, la vetta più alta conquistabile da Apple Watch. Provo a mettermi nei panni di un diabetico, e questo penso: la mia malattia non ha più uno strumento medico dedicato, ma usa uno strumento che usano tutti. Io sono come tutti. Mi vien da piangere. Anche a pensare a chi questa meraviglia mai potrà permettersela.
Forse non ho più l'età per saper stare dietro alla tecnologia, ma soprattutto alle sue implicazioni, senza avere un po' il fiatone.
Workout e HRM (take II)
Chi è particolarmente dedito al fitness ha motivi per preferire AW, sicuramente: ha controlli più granulari per i vari tipi di attività, garantisce più precisione, più dettagli.
Fitbit è più votato a tracciare l'attività fisica in generale (anche se per il running, abbinato a telefono e Runtastic o altre, va davvero molto bene), ed essendo io più orientata a questo, per me è meno dispersivo di AW. Ma sulla performance (e l'amatore può essere fissatissimo con la performance, più di un professionista che ha il coach e il fisioterapista), Apple Watch offre molti più dati su cui valutarsi.
La triste verità è che su questo versante io l'ho testato troppo poco perché sto proprio indivanata.
Corro ogni tanto, e visto la forma pietosa mi infortuno di continuo, devo stare ferma, poi riprendo e sto peggio di prima. È deprimente. Apple Watch registra tutto questo, quindi ogni volta che lo guardo, per me non c'è quasi mai niente di buono o di incoraggiante da vedere.
Psicologicamente, ti può tanto esaltare quanto abbattere. Credo sinceramente che in questo frangente mi stia facendo più male che bene. Non esiste neutralità con la tecnologia. Farei forse meglio per un po' a togliermelo dal polso. Se non fosse che lui sa arruffianarti anche se stai sul divano.
Insomma, a me risulta difficile mettere una distanza tra me e lui, osservare con distacco i dati (come faccio?? Sono i miei dati!), e se un giorno non chiudo un cerchio, il sistema di incoraggiamento che ha AW per tenerti in attività, mi sento in colpa. Se gli indicatori non mi danno in miglioramento, mi sento di non valere l'impegno che ci metto, sento di perdermi in sforzi inutili che allora è pure inutile monitorare.
È anche vero che basta un pomeriggio fuori con le mie bimbe per chiudere tutti i cerchi in due ore. Anche se, per inciso, ve lo raccomando proprio per le attività casual all'aperto: si graffia.
Così.
Le giornate di sbattimenti inutili? Non solo ti strapazzi, ma non chiudi nemmeno i cerchi. In cambio, l'HR a riposo schizza. Schizza in modi che non avevo mai visto (e sono anni che mi monitoro). Effetto pandemia.
Non credo alla neutralità di questi strumenti, ma certo non è colpa di AW se sto fuori forma. Non è però la soluzione, AW. E io in fondo un poco ci speravo, che lo fosse.
Quello che vendono come sprono (chiudere i cerchi), può avere un effetto opposto, altamente demotivante. Su di me. Non credo di essere speciale e diversa da molti altri/e.
Diciamo che questo è un versante su cui io e AW fatichiamo a venirci incontro.
Ci sono però altre cose che non vanno indipendentemente dall'user, almeno per come la vedo io. Beh, oggettivamente però si tratta non di comportamenti ma di condizioni in cui la volontà dell'utente c'entra poco o niente proprio: sonno e ciclo. Altri due paramentri che Fitbit traccia molto, molto meglio.
Sonno
Cominciamo dal sonno perchè si riallaccia al discorso di sopra su AW come accessorio non proprio comodissimo da tenere a letto.
Ovviamente, per essere utile, occorre che indossiate AW per tutto il giorno con l'unico gap di quell'oretta che sta in ricarica. L'ho fatto, prima di scocciarmi. Ma l'ho fatto.
Prima cosa che trovo assolutamente incriminabile al tribunale dell'user experience è come hanno concepito la misurazione del sonno, costretto in un arco temporale da prefissare. Come se il sonno fosse una funzione del corpo umano, da far scattare a comando o programmabile a piacere come un'attività fisica.
Vediamo di spiegare come queste menti malate hanno concepito la cosa.
Devi programmare un arco temporale, da cui dipenderà la sveglia, che inizia col momento in cui prevedi di metterti a letto e finisce con appunto la sveglia. Questo arco temporale non coincide affatto col tempo che passi a dormire, e nemmeno con quello che stai a letto a meno che non ti ci metta d'impegno a coricarti quando hai detto a AW che ti coricavi. L'unico senso che posso trovargli è che tenti di forzare una routine. Ma per me questo resta: una forzatura. Non posso impostare una sveglia se non fisso l'orario in cui mi metto a letto. Come in caserma.
Fitbit, per fare un confronto, capisce da solo quando ti addormenti e la sveglia la imposti a un orario che lui poi prende a riferimento per svegliarti con dolcezza quando si accorge che è più o meno ora e che non stai più in una fase profonda di sonno. Apple Watch ragiona in una maniera assurda. Come se ci potessimo addormentare a comando quando a comando non è possibile nemmeno mettersi a letto, quasi quasi.
A letto alle 9! Sennò AW non capisce.
Il mio settaggio è così ed è clumsyssimo: arco temporale 22-8. Tempo effettivo di sonno: 23/24-4/5, poi mi riaddormento (in media dormo 6-7 ore: underwhelming). In questo modo, la sveglia di AW (e iPhone) scatta alle 8, quando generalmente sono già sveglia da un pezzo ma è possibile che stia ancora a letto. Se mettessi la sveglia alle 7, mettiamo, AW vuole che io alle 7 MI ALZI. Mai fatto, se mi devo alzare per le 7 la sveglia mi serve alle 6,30.
Può darsi che sia la mia vita troppo complicata, ma invidio chi ha una routine così robotica da incastrarsi col sistema di Apple Watch. Beati voi!
Come viene rappresentato graficamente questo casino? Con una linea che segna quando ti sei addormentato (più o meno ci prende) e quando ti sei svegliato, segna sufficientemente bene i gap di sonno durante la nottata (monitorando anche l'iPhone) ma non riporta assolutamente nulla sulla qualità del sonno. Nulla!
Fitbit segna sonno leggero, profondo e REM. E con buona approssimazione!
Non è che Apple sta indietro a sviluppare il suo sw, è che non ha capito proprio come concepirlo. Ho smesso di usare AW di notte perché l'utilità di quei dati è davvero scarsa, non vale la pena. Senza Watch iOS ugualmente prova a creare un tracciato, regolandosi se usi o meno l'iPhone di notte. Se fai doom scrolling alle 3, capisce che non stai dormendo e lo segna. Nel complesso ho dei dati, sì, ma frammentati. Se li avessi consistenti, ugualmente direbbero poco.
Qui rimpiango tantissimo il Fitbit.
Ciclo
Evidentemente per tenere traccia del ciclo mestruale non serve nessun tipo di hw, ma solo un sw fatto bene.
Quello di Apple sarà stato sviluppato da un team di soli uomini o con unica presenza femminile donne trans. E con questo ho esaurito il discorso.
Aggiungo solo: ma guardate come è concepito visualmente e piangete con me. Sembra una dentiera.

Ogni dente un giorno. Devi segnare tu ciclo e sintomi, poi il sw mano mano si fa un'idea e azzarda previsioni. Ma sembra un'app per dentisti. Imbarazzante. Grazie Apple della considerazione.
Non serve Apple Watch per consultare quei due dati in croce. Non convincetevi che vi sia d'aiuto una notifica al polso sui giorni fertili per evitare o programmare una gravidanza. È un po' come quella notifica che sta piovendo mentre siete fuori sotto l'ombrello.
Come per HR e sonno: poor data visualization. Per farmi un'idea sul lungo periodo di come vanno i miei cicli (che è l'unica cosa interessante), su AW/iPhone mi devo concentrare e leggere del testo. Del testo!!! In più righe!! Verboso!! Verbosooo!!!
Su Fitbit dovevo semplicemente guardare grafici.
Potrei dire di più se avessi avuto modo di testare qualcosa di più utile tipo un'app che tenesse traccia dell'assunzione di un anticoncezionale e che ti aiutasse, sfruttando le notifiche di AW, a non saltare un giorno (essenziale). Sperando che nella marea di notifiche quotidiane una non dismetta per distrazione la notifica sia dall'iPhone che dal Watch e si scorda la pillola. Overflow!
Sono quei momenti che ti chiedi se sti cosi semplifichino o complichino la vita.
Altre minuzie: mindfulness e hand washing
Ora, se solo leggo mindfulness mi vien da ridere.
È un mio difetto, la leggo come cazzata, in realtà non lo è. Ma non posso chiamarla mindfulness che mi vien da ridere.
Che cos'è sta roba su Apple Watch? Una piccola funzione che ti guida per un minutino circa la respirazione. Inspira, espira.
Ragazzi, funziona. Mi sento una cretina a mettermi lì, col polso alzato, a guardare un'animazione (efficacissima, peccato sul prossimo WatchOS sia stata imbruttita). Lo faccio di nascosto. Ma mi calma. Lo faccio quando arriva una mazzata improvvisa, una cosa sgradevole che mi stizza i nervi. Invece del bestemmione (non mi basterebbe comunque!), apro Breath su AW, mi faccio il training autogeno di un minutino e dopo sto un po' meglio. Il cuore si calma. Apple Watch invita a farlo abitualmente più volte al giorno. Non ho pazienza.
E ora l'hand washing. Oooh, l'hand washing. Sign o' the times. Che tempi di merda.
Croce e delizia questa funzione. Ma sono felicissima che ci sia, non importa che devo dismettere la notifica "your hand washing stopped. What happened?" cinquantamila volte al giorno. Lei c'è, quando serve e quando non serve. Ma quando serve, avercela è un'assicurazione che le tue mani siano belle, pulite e pronte a toccare le guanciotte dei tuoi bimbi. Sennò rimango con lo scrupolo. Prima che avessi AW, per essere sicura stavo tre ore invece dei 20'' raccomandati con sapone e getto d'acqua, per stare tranquilla. Neanche il cane sulla schiena tocco, se sto rientrando e non ho ancora lavato le mani.
Ora, quante volte al giorno si ha la necessità di lavare le mani indipendentemente dal virus? Mille.
Quante altre volte si mettono le mani sotto l'acqua per lavare una tazza, riempire una bottiglia? Altre mille.
Quindi stai tutto il giorno a dire a AW di non fare caso. Ma lui ogni volta che bagni le mani e non sono passati 20'' fa oh oh oh oh oh, stop?? E che hai fatto?
Una grande rottura di palle. Ma grazie Apple di rompermele. Peace of mind. Non ha prezzo. Con un po' di Machine Learning nemmeno troppo raffinato AW potrebbe capire che le volte veramente cruciali in cui devi lavare le mani con quella accuratezza è quando rientri a casa. E quindi notificare solo quello. Ma poi resteresti in balia del caso ogni volta che prendi un pacco da un corriere. Quindi no, non da' retta: meglio la ridondanza.
Manca solo il Lidar che ti faccia vibrare all'impazzata AW quando stai fuori e un tizio si avvicini a meno di due metri. Poi dopo, per lo stress, quando torni a casa fai mezz'ora di mindfulness.
La differenza tra ridurlo, lo stress, e aumentarlo... a volte non si capisce quale sia.
E questa potrebbe essere la mia nota finale.
Nota finale
Chi si è letto sto pippone, cosa ha dedotto dell'Apple Watch? Si orienterebbe a comprarlo o a evitarlo?
Ora vi dico una cosa: la scelta più sicura è la seconda.
AW non vi risolve la giornata (grazie graziella?), voglio dire... a confronto di un iPhone che invece è essenziale.
Nemmeno ve la migliora, non vi solleva nessun peso dalle spalle, anzi rischia di aggiungervelo. C'è chi dice che con AW evita di tenere sempre l'iPhone in mano. Mah, non è il mio caso. Per una cosa o l'altra ce l'ho sempre nei paraggi, se non in mano. È il centro nevralgico delle nostre comunicazioni, e da AW non scrivi. Di sicuro non è mai capitato che senza AW mi perdessi una notifica importante. Anzi, capita che venendo le notifiche direttamente ADDOSSO (letteralmente), a un certo punto faccio dismiss dismiss dismiss e mi perdo roba importante!
Non è discreto come una fitness band che monitora e per il resto si fa i fatti suoi. È una presenza docile ma mentalmente molto invadente. Un cucciolone pacioso che si mette ai tuoi piedi e ti accompagna ma che a volte guardi e ti sembra di vedere ringhiare con la bava.
Ma una volta che ve lo mettere al polso non ve lo togliete più.
C'è del nevrotico in questo!
O forse sono io (...«sapete, ultimamente i pensieri più strani attraversano la mia mente perché sono sui quaranta e penso di attraversare una crisi o che so, chi lo sa…» – Woody Allen, Io e Annie).
Non so se sia un pregio o un difetto di questo dispositivo. Ma il fatto che ne stia ragionando la dice lunga sulla potenza di fuoco che ha su di noi. Al punto di condizionarci? Non so rispondere, ma la domanda me la pongo.
La consultazione dei dati relativi alla propria forma fisica da un boost di buon umore solo se i dati sono buoni. Ovvio, you only get out what you put in. Per avere dati buoni serve una dedizione che la vita a volte non consente. E allora AW diventa solo lo specchio dei tuoi fallimenti e dei tuoi problemi. Scrivo mentre ho una tendinite che mi tiene ferma da 15 giorni e che mentalmente m'ha veramente buttata a terra (perché stavolta ho paura che se riprendo a correre mi si rompa, e poi chi lo spiega a AW perché non mi muovo?). Credo il tono del post ne risenti. Ma immaginate i dati che mi ritrovo, i cerchi aperti. Mi vien da ridere (nervosamente) a pensare che l'utilità di adesso che può avere AW è sul fall detection, altro che passo medio durante la corsa (sto abbonantemente sotto il cosiddetto moribondo).
AW può essere un maestro arcigno e amaro.
Questo mi intossica l'intera esperienza d'uso del dispositivo.
Certe volte lo tolgo e mi sento strana... ora non so più a quanto va il mio cuore, non so più se ho dormito abbastanza (ricordo che AW non ti sa dire se hai dormito bene), se ho speso abbastanza calorie.
Ma, e se invece smettessi di stare dietro tutto il giorno e calcoli e dati? Ma davvero non sappiamo più ascoltare il nostro fisico? Davvero se non ho una notifica che sta per venirmi il ciclo io resto del tutto sorda ai mille segnali di malessere che lo stesso m'avvisano?
Non lo so, davvero. Non prendo una posizione. Resto appesa alle domande. So solo che a volte mi sembra tutto un mindfuck totale.
Eppure il giorno dopo torno a mettermelo.
Cito da Giorgio Agamben (Che cos'è un dispositivo?):
“Se i dispositivi che circondano ormai la nostra esistenza – dal cellulare alla televisione, dal pc all’automobile – non stanno di fronte all’uomo come oggetti neutri di consumo ma, al contrario, creano la personalità di chi li usa, quale strategia dobbiamo seguire nel nostro quotidiano corpo a corpo con loro?”
Corpo a corpo. Mammamia che pesantezza. E ancora: dispositivo, qualunque cosa abbia in qualche modo la capacità di catturare, orientare, determinare, intercettare, modellare, controllare e assicurare i gesti, le condotte, le opinioni e i discorsi degli esseri viventi. Dal Panopticon alla penna.
Sono sicura che Agamben non abbia un Apple Watch. Altrimenti si impanicava.
Voglio finire con una nota di leggerezza.
La mia watch face preferita:

Troppo carina. La metto di sera quando non voglio vedere più cerchi, dati, dati, dati (rimane la frequenza cardiaca, forse sto prendendo una fissazione).
C'è un aspetto di giocosità di AW che forse non sono riuscita ancora ad apprezzare. Ma c'è, lo vedo da mia figlia piccola che si diverte con questa watch face e me ne fa fare mille altre con tutti gli animaletti delle memoji.
Poi io, ostinatamente, torno a quelle brutte piene di dati. Favolose.