Per scrivere questo articoletto sono andata a ripescare le mie uniche cuffie wireless-bluetooth-ANC, delle Bowers&Wilkins PX a cui non mi sono mai affezionata.
Avevo sentito da Saggiamente su YT che le nuove Apple AirPods Max da – whop! – 629€ pesano la bellezza di 400gr (384gr per l'esattezza), come un'emicrania, e m'è venuta la curiosità di vedere quanto pesassero le B&W, perché uno dei motivi per cui alla fine non le uso è che sono pesanti, pesantissime, al punto che mi parrebbe impossibile camminarci se non per casa. Ricordiamo che questa tipologia di cuffie – wireless, con la cancellazione attiva dei rumori ambientali etc etc – erano state introdotte per rispondere al bisogno indotto (ciao Marx) di godere della nostra musica e di chiamare in santa pace quando facevamo tutti quei viaggi in aereo – vi ricordate? – prima del COVID. O quando prendavamo la metropolitana, ma mica quella di Roma o Napoli, quella di Londra per andare a lavorare nel nostro loft adibito a studio di design nel cuore della City. Prima che finissimo in smart working a Quarto Oggiaro.
Ebbene, le B&W pesano 340gr, 44 in meno delle Max, siamo là anche se sulla testa ogni 10gr in più o in meno li senti. Io sono di costituzione media, forse un omaccione le troverà del tutto sopportabili e riuscirà ad andarci in giro. In ogni caso il video promozionale delle AirPods Max mostra una ragazza rilassata, molto ferma.
Uso da divano insomma, anche se da divano spazziale.
Del resto siamo nell'anno dello stay home, non potevano proporre niente di diverso. Ma a questo punto la concorrenza non è più solo con le altre wireless, ma con tutte le classiche cuffie cablate da uso domestico (dove probabilmente 600€ vi comprano qualcosa di più stupefacente delle Max, se tollerate il cavo).
Non ho dubbi che per l’audio le abbiano azzeccate tutte (peccato abbiano l’ingresso Lightning e non USB-C che avrebbe aperto ulteriori orizzonti esplorativi), l'audio computazionale dovrebbe essere la stessa roba software delle AirPods Pro, che sono splendide. Qui c'è un driver grosso (classico 40mm) a fare il resto, quindi tutto bello.
Sarà sufficiente?
600€ di prezzo, che per Apple non è scandaloso se pensiamo a quello ufficiale delle Pro, e 400gr di peso impongono di chiedersi se uno/a le userà veramente al punto da giustificarne l’acquisto. Sempre che non sia per fare sfoggio come altri fanno con un anello patacca al dito o una borsa Louis Vuitton. Che a proposito... ma l’avete vista la borsetta che arriva a corredo per trasportarle? No, non una borsetta, ma una custodia che le trasforma in borsetta. Arriverà l’accessorio Balenciaga (...that bougie kind of love ain’t cheap).
Il design non appare proprio riuscitissimo, né per estetica né per funzionalità , il che le rende un prodotto molto meno quintessenzialmente Apple delle AirPods Pro.
L’estetica è sempre soggettiva, si dice, ma un buon design o si pianta saldamente su una posizione di neutralità da cui brillare per compostezza, come i MacBook, come le AirPods Pro, o prende una posizione di assoluta rottura e si fa amare per la sua differenza (l’iMac Bondi). Il resto è fashion, e ogni volta che Apple ha preso la via di collisione col fashion (col contributo artistico di Mark Hewson e la collaborazione gestionale di Angela Ahrendts, ex Burberry) ha toccato i suoi punti più bassi. L’Apple Watch Hermès, quello in oro.
Qui non si capisce bene che linguaggio si sia scelto.
L’archetto sportivo e i padiglioni satinati sembrano assemblati insieme un po’ alla Frankenstein. Per non parlare della rotellina del volume (e altre cose smart) presa pari pari da Apple Watch – qualcuno dirà consistency! – e trapiantata lì dove c’entrava, in una posizione innaturale, sporgente come un brufolo sul naso. In alto, dietro il braccetto dei padiglioni (tutto acciaio inox che contribuisce ai 400gr di peso), dove a occhio si dovrà andare di pollice per azionarla. O forse di medio (sto facendo delle simulazioni in the air). Mi sembra che si debba alzare troppo il braccio, scomodo. Ci dovrai abbinare un Apple Watch per ovviare.
I colori, il rosso pomodoro, il verde, sembrano voler richiamare vibes alla iPod Mini, ma resta un’imitazione su un prodotto che non solo è Max ma che si rivolge a un mercato preciso, molto scelto, di gente che abbia soldi da spendere. L’iPod Mini era un prodotto molto più pop senza l’alone del popolare. Era Apple che benignamente prendeva il meglio della tecnologia di allora e te lo metteva in mano. È ovvio adesso che a molte persone istintivamente le AirPods Max suscitino antipatia. Ci si sente esclusi. Troppo alta la barriera dei 600€. Non sono per te, dice Apple questa volta. Un ragazzino ci rimane male che non le avrà a Natale. Un ragazzone di 30 anni penserà a come fare per prendersele per Pasqua e nel frattempo rosica. Io per fortuna sto dicendo che non mi piacciono :))
Credo che si incammineranno sulla triste via dell’HomePod.
Entrano in un segmento di mercato dove l’alternativa è abbondante e eccellente. E ci entrano non destinate a dominarvi come le Pro (che non hanno rivali). Perché non c'è nulla di veramente distintivo, nemmeno il chip U1 che ci si sarebbe aspettati e che per adesso sta nel Watch 6 senza fare praticamente niente.
Diciamo che Apple dice la sua, questa volta, senza avere la voce del padrone. Riempiono un segmento senza investirci troppo in termini di ritorno di immagine. Senza fare nessuna lezione di design (tecnologia + estetica).
Facendo solo il compitino.
Del resto sono uscite in sordina con un annuncio sul sito.
Nota finale: ma quand'è che smetteranno di mettere questi nomi ad minchiam a certe linee di prodotti? Pro, Max, Pro Max, Turbo, Mini, Coupé, è diventata una barzelletta. In che modo un paio di comuni cuffie sovraurali sarebbero pods? Boh.
Tra l'altro resta in lista il marchio Beats, quello dichiaratamente tamarro e con audio di 💩. Chissà adesso i calciatori per quale delle due opteranno.
PS: le lamentele qui espresse hanno valore limitatamente al prezzo di listino dichiarato e verranno ritirate appena lo street price le piazzerà a 350€, che è il prezzo che si meritano. Un pelino più di una Sony.